Comune di Andria

La letteratura è ormai unanime nel sottolineare l’importanza di alcuni fattori nel ridurre il grado di vulnerabilità sociale di un territorio – in primis la struttura per età della popolazione e le dinamiche demografiche, il capitale umano, la partecipazione al mercato del lavoro, le attività produttive, la presenza di servizi, l’attrattività del territorio e la capacità reddituale – rispetto ai quali i “fondamentali” del Comune di Andria presentano un quadro di forte criticità con tuttavia anche dei segnali positivi sui quali lavorare perché possano fare da volano per un’inversione generale di tendenza, come ad esempio una sempre maggiore inclusione della popolazione femminile all’interno del mercato del lavoro. Particolare attenzione dovrà essere dedicata al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che prevede in Puglia vari investimenti da destinare al miglioramento della qualità dei servizi erogati in particolare nel campo dell’istruzione e della sanità, oltre che alla riduzione dei divari infrastrutturali e ad altri interventi che prevedono, tra gli altri, la garanzia di livelli essenziali di prestazioni sociali su tutto il territorio regionale. I benefici di tali misure dipenderanno anche dalla capacità di progettazione e dalla velocità di realizzazione degli interventi da parte dell’ente territoriale.

La popolazione residente nel Comune di Andria si attesta nel 2022 poco sotto le 100.000 unità, ben superiore alla popolazione residente del 1982, seppure si riscontri un trend di calo dei residenti a partire dal 2012, anno in cui il Comune di Andria ha raggiunto il massimo numero di residenti degli ultimi 40 anni.

Figura 1 Popolazione residente nel Comune di Andria, 1982-2022. Nostra elaborazione da dati demo.istat

Il grafico (figura 2) approfondisce questa dinamica confrontando i dati relativi al comune di Andria, con l’intero territorio della provincia di cui è uno dei capoluoghi e più in generale con la Regione Puglia. Il grafico mostra la variazione in termini percentuali sulla popolazione residente del saldo demografico totale[1] degli ultimi quattro decenni.

Da questa analisi emerge che:

  • nel Comune di Andria si riscontra un aumento della popolazione residente a partire dal 1982, in controtendenza rispetto alla dinamica demografica della Regione Puglia nonché della Provincia BAT;
  • la popolazione nel Comune di Andria è aumentata del 7,5% negli ultimi quarant’anni mentre nella Provincia Barletta-Andria-Trani (BAT) è diminuita dell’1% e a livello regionale è diminuita del 5,3%;
  • nell’ultimo decennio 2013-2022 si riscontra per la prima volta dal 1982 un calo della popolazione anche per il Comune di Andria.

Figura 2 Saldo demografico totale in percentuale sulla popolazione residente di inizio periodo, analisi decennale, confronto con la Provincia (BAT) e la Regione Puglia. Dati per la provincia BAT disponibili dal 2002. Nostra elaborazione da dati demo.istat

Disaggregando il saldo demografico totale nelle sue componenti e cioè nel saldo naturale e nel saldo migratorio, notiamo ulteriori elementi di interesse. A partire dal 2019 anche nel Comune di Andria (come in gran parte della penisola italiana) il numero dei morti ha superato il numero dei nati vivi e il saldo naturale negativo si conferma poi nel 2020. Il saldo migratorio nel comune di Andria, cioè la differenza tra chi si iscrive nell’anagrafe del comune e chi viene cancellato perché ha spostato la residenza in un altro comune o all’estero, dal 2011 ha iniziato una dinamica negativa forte toccando il punto più basso nel 2017 per poi risalire negli anni più recenti. La dinamica è influenzata principalmente dall’ aumento delle cancellazioni dalle anagrafi del Comune, mentre il numero dei nuovi iscritti risulta avere, nell’ultimo decennio un andamento stabile.

Figura 3 Saldo Naturale e saldo migratorio totale comune di Andria (1992-2022) Nota: I dati dei cancellati e iscritti dalle anagrafi del comune di Andria non è disponibile in dataset pubblici, il saldo è stato ricavato per sottrazione tra la variazione complessi

La riduzione della popolazione residente nel comune degli ultimi dieci anni sembra essere il frutto di due diverse tendenze: 1) la progressiva riduzione dell’apporto del saldo naturale all’aumento della popolazione fino all’inversione del saldo naturale, dinamica che, come vedremo nel dettaglio in seguito, è influenzata da un profondo mutamento della struttura demografica della popolazione residente; 2) da un forte aumento dell’emigrazione della popolazione residente a partire dal 2011 e solo parzialmente rientrata negli anni più recenti.

     

Figura 4 Popolazione residente per fasce d’età, comune di Andria (1982-2022). * var. decennale. Nostra elaborazione da dati demo.istat

Negli ultimi 40 anni la composizione demografica risulta profondamente mutata. In linea con l’andamento nazionale su cui si riscontrano rare eccezioni, la popolazione del Comune di Andria ha subito negli ultimi decenni un trend di invecchiamento strutturale. Nel 2022 il 41% della popolazione residente risulta avere più di 50 anni, nel 1982 questo sotto-insieme di popolazione valeva appena il 23%. L’età media è passata da 31 anni a 41, è raddoppiata la popolazione tra i 65 e gli 80, aumentata di due volte e mezzo quella ultraottantenne.

Concludiamo l’analisi demografica con alcuni indicatori di sintesi:

  • l’Indice di vecchiaia rappresenta il rapporto tra il numero di persone con almeno 65 anni e i residenti fino a 14 anni. Nel 1982 ogni cento ragazzi fino ai 14 anni risiedevano appena 34 ultrasessantacinquenni, nel 2022 sono 134, quasi il quadruplo;
  • l’Indice di ricambio della popolazione attiva rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (60-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-19 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l’indicatore è minore di 100. Nel caso di Andria l’indice nel 2022 è pari a 108 e significa che la popolazione in età lavorativa è anziana.
  • l’indice di natalità rappresenta il numero di nascite in un anno ogni mille abitanti. Dal 1992 nel Comune di Andria l’indice di natalità si è ridotto di oltre il 40%.
  • l’indice di mortalità rappresenta il numero di decessi in un anno ogni mille abitanti. Dal 1992 nel Comune di Andria l’indice di mortalità è aumentato di oltre l’81%.

Figura 5 Principali indici demografici comune di Andria, 1982-2022. *ultimo dato disponibile 2020. Nostra elaborazione da dati demo.istat


[1] Il saldo demografico è la variazione della popolazione nel tempo ed è la somma del saldo naturale (differenza tra nati e morti) e il saldo migratorio (numero di persone che vanno a risiedere in un altro territorio e numero di persone che vengono a risiedere nel territorio).

I dati sul grado di istruzione della popolazione residente tra i 25 e i 49 anni del Censimento permanente curato da Istat e relativi all’anno 2020, riportano un quadro non molto positivo per quanto riguarda il Comune di Andria in particolare se confrontato con i dati relativi alla provincia di cui è capoluogo, alla Regione Puglia nonché alla media nazionale. La quota di persone tra i 25 e i 49 anni con un grado di istruzione pari o inferiore alla licenza media inferiore è quasi la metà del totale – un valore decisamente superiore alla media provinciale, regionale e nazionale – ed è maggiore nella popolazione maschile (più di metà) che in quella femminile. La popolazione femminile tra i 25 e i 49 anni con laurea o titolo di studio superiore, in termini percentuali è doppia rispetto alla medesima popolazione maschile (13,2% vs. 7.7%): in entrambi i casi il dato è sensibilmente inferiore alla media provinciale, regionale e nazionale. Maggiore è anche la quota di donne che possiedono un titolo di diploma tecnico superiore ITS o titolo equivalente che si ricorda essere titoli di studio fortemente collegati al mercato del lavoro.

Figura 6 Grado di istruzione popolazione residente 25-49 anni, confronti territoriali, 2020. Nostra elaborazione da dati del Censimento permanente, Istat

I dati presentati in Figura 7 rappresentano una fotografia puntuale della condizione professionale della popolazione residente nel Comune di Andria. I dati si riferiscono al 2019, ultimo dato disponibile, e quindi rappresentano la situazione occupazionale precedente allo scoppio della pandemia da Covid-19. La disaggregazione per classi di età ci permette in ogni caso di evidenziare le trasformazioni in atto relative alla condizione occupazionale femminile e maschile tra le diverse generazioni. Da un punto vista generale si osserva che i tassi relativi a tutta la popolazione (ultima riga della tabella) fanno sintesi di situazioni molto eterogenee con riguardo alla condizione occupazionale.

Figura 7 Distribuzione per classi di età e sesso della condizione occupazionale, residenti 15-64 anni Comune di Andria, 2019. Totali per riga. Nostra elaborazione da dati del Censimento permanente, Istat

Molto rilevante il differenziale tra la quota di forza lavoro femminile e quella maschile pari al 35% che risulta ancora maggiore se si considera la popolazione 50-64 anni (49,2%) rispetto alla popolazione 25-49 anni (35,1%). Anche la quota di casalinghe sulla popolazione risulta significativamente inferiore se consideriamo la popolazione femminile 25-49 anni rispetto alla fascia 49-64. Segnali di una sempre maggiore integrazione della popolazione femminile nelle dinamiche del mercato del lavoro che si traduce in una quota di occupate donne maggiore nella fascia 25-49 rispetto alla fascia 50-64 anni, seppure ancora molto inferiore alla quota di occupati maschi. È interessante notare che la quota di popolazione in cerca di lavoro tra i 25 e i 49 anni è praticamente identica se si considera la popolazione femminile o maschile. Una quota crescente di donne, pertanto, partecipa attivamente nel mercato del lavoro sia in termini di occupate che di persone in cerca di lavoro. Si nota tuttavia, anche nella popolazione femminile giovane una quota molto significative di donne che si dichiarano casalinghe. Rapportati ai livelli medi nazionali, i tassi di occupazione del comune di Andria risultano ancora significativamente minori nella popolazione tra i 15 e i 64 anni, e leggermente inferiori anche alla media relativa alla Regione Puglia (49,5%) e al dato relativo all’intera Provincia BAT (47%).

Figura 8 Condizione professionale popolazione residente 15-64 anni, confronti territoriali, 2019. Nostra elaborazione da dati del Censimento permanente, Istat

Per quanto riguarda l’offerta di lavoro, il comune di Andria e più in generale la regione Puglia si differenzia rispetto al Sud (escluso le isole) e all’Italia per una maggiore vocazione nel settore primario. Anche le attività manifatturiere in termini di quota di addetti impiegati risultano maggiori sul territorio di Andria rispetto alla Regione e al Sud Italia. La Puglia resta infatti la regione più industrializzata del Meridione d’Italia e la maggior parte degli insediamenti industriali sono situati nel triangolo Bari – Brindisi – Taranto, dove sorgono industrie per la produzione dell’acciaio e per raffinare il petrolio, nonché l’industria tessile, farmaceutica e della plastica. Nella Provincia di Barletta-Andria-Trani, in particolare, è presente – anche se in contrazione – una concentrazione di industrie tessili e calzaturiere.

Figura 9 Quota di addetti per settore economico (Classificazione ATECO), confronti territoriali, 2021. Non si considera il settore Pubblica Amministrazione. Fonte: Nostra elaborazione da dati Camere di Commercio Bari e Registro Unico delle Unità Locali ASIA – UL.  Istat

Con riguardo al numero di imprese attive presenti nel Comune di Andria una azienda su tre è relativa al settore del commercio una quota maggiore rispetto alla media italiana (25,5%), della Regione Puglia (28,8%) e del dato della provincia di BAT che è in linea con il dato pugliese. Segue il settore primario relativo all’agricoltura, silvicoltura e pesca, settore molto rilevate per la Regione Puglia (23,3% delle imprese attive sul totale, rispetto al 13,9% di media in Italia) ed in particolare per la provincia di BAT (26,8%). Rilevante anche la quota del settore manifatturiero che risulta seconda per quota di addetti occupati. Si notano infine alcune rilevanti oscillazioni sul numero di imprese tra il 2018 e il 2021, periodo caratterizzato sia dalla presenza della pandemia, sia da rilevanti investimenti dell’amministrazione centrale. Si fa riferimento in particolare agli incentivi nel campo dell’edilizia, che hanno avuto l’effetto di aumentare il numero delle imprese attive nel settore delle costruzioni e delle attività immobiliari. I cali maggiori rispetto al numero delle imprese attive si hanno nel settore del commercio e nelle attività manifatturiere, e se nel primo caso la struttura delle attività commerciali, solitamente molto piccole per dimensione e addetti, è fisiologicamente soggetta a maggiori fluttuazioni nei periodi di contrazione economica così come di risalita nei periodi di ripresa economica, sul settore manifatturiero si riscontra da anni un contrazione nel numero delle imprese non solo a livello locale ma in tutto il territorio nazional. Effetto, quest’ultimo, della progressiva servitizzazione dell’economica e cioè dell’aumento graduale e costante della componente del valore aggiunto sul PIL del macrosettore dei servizi con la contemporanea contrazione del settore secondario. Questo effetto determina ricadute importanti sulla qualità dei livelli occupazionali quando sono misurati nei termini della stabilità contrattuale: è nel macro-settore dei servizi infatti che si riscontra un uso maggiore di contrattualizzazioni flessibili, mentre al contrario nel settore dell’industria si rileva solitamente una preferenza per i rapporti di tipo stabile.

Figura 10 Imprese attive e addetti per settore economico (classificazione ATECO) e variazione anni 2018-2021 – Comune di Andria. Non si considera il settore Pubblica Amministrazione. Fonte: Nostra elaborazione da dati Camere di Commercio Bari e Registro Unico delle Unità Locali ASIA – UL.  Istat

Dal punto di vista macroeconomico, infine, nel 2021 il tessuto economico della Regione Puglia, all’interno del quale si inserisce il Comune di Andria, ha registrato una sensibile crescita dei valori della produzione estesa a tutti i principali settori, dopo il forte calo dell’anno precedente dovuto all’insorgere della pandemia; nei primi due trimestri del 2022, tuttavia, si è registrata una perdita di slancio e poi una frenata, sicuramente imputabili all’aumento dei prezzi dei beni energetici e di altre materie prime verificatosi a seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina, oltre che al naturale affievolirsi del forte rimbalzo post pandemico. Fa eccezione il sistema edilizio in forte espansione, la cui domanda è stata spinta come in tutta Italia dai bonus ristrutturazione come il Bonus 110% e dall’aumento di investimenti in opere pubbliche delle Amministrazioni Locali. Il settore agricolo risente ancora della crisi causata dalla Xylella, anche se si tratta di un fenomeno abbastanza marginale nella Provincia di BAT interessando principalmente le province meridionali quali Lecce, Brindisi e Taranto. Dopo la crescita dovuta nel 2020/21 alle misure di sostegno pubblico al credito bancario, i prestiti al settore pubblico hanno rallentato nel 2022 al venir meno di tali misure, crescono tuttavia i prestiti alle famiglie, anche a causa di un andamento positivo dell’occupazione con licenziamenti stabili e assunzioni nette a tempo determinato e indeterminato in crescita, che ha riportato il reddito delle famiglie ai livelli del 2019 dopo il brusco calo dei mesi della pandemia.  Rimangono tuttavia molto alti, ampiamente sopra la media nazionale, i tassi di richiedenti e beneficiari del Reddito di Cittadinanza (RdC) e della Pensione di Cittadinanza; nello specifico, per quanto riguarda il RdC secondo i dati dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro (ANPAL) del rapporto di ottobre 2022, la maggior parte dei beneficiari sono donne (54%) e persone ritenute occupabili e dunque soggette alla sottoscrizione del patto per il lavoro nei centri per l’impiego (72%). Il tasso di richiedenti nella Provincia BAT è in linea con quelli delle altre province secondo il rapporto statistico dell’Osservatorio INPS sul Reddito e Pensione di Cittadinanza del 13 ottobre 2022.

Dati demografici e sulla popolazione

Statistiche demografiche – Istat, demo.istat.it

Capitale Umano:

Censimento Permanente – Istat, dati-censimentipermanenti.istat.it/

Occupazione e attività economica:

Censimento Permanente Istat, daticensimentipermanenti.istat.it/

Registro statistico delle unità locali, dati.istat.it/